La terapia Rasayana

In Ayurveda il termine Rasa, che abbiamo incontrato nel precedente articolo, non rappresenta solo un sapore, un gusto, ma è anche il primo dei Sapta Dhātu, i sette tessuti corporei che supportano la struttura ed il funzionamento del nostro corpo.

Rasa Dhātu è il plasma, si forma grazie alla nostra corretta alimentazione e stile di vita, ponendo attenzione a questo daremo vita al processo creativo di tutti i Dhātu successivi, che si formano, come in una raffineria, dalla trasformazione del primo, a catena fino ad arrivare al liquido riproduttivo.

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E’ l’applicazione pratica del detto siamo ciò che mangiamo, l’energia del cibo diventa parte di noi stessi, si trasforma in noi stessi. E’ il cibo la fonte di nutrimento dei Dhātu, pertanto maggiore attenzione daremo alla qualità di ciò che ingeriamo e maggiore sarà la qualità dei nostri tessuti. Perché è di fondamentale importanza questa attenzione alla cura dei tessuti corporei? Perché da questo dipenderà in parte la qualità della nostra vita o meglio, perché queste sono le basi di una delle branche della Medicina Ayurvedica che si occupa di pratiche di longevità e rinvigorimento, conosciuta come Rasāyana.

La parola Rasāyana si compone di due termini, Rasa, come Rasa Dhātu e le sue successive metamorfosi nei seguenti Dhātu, ed Ayana, ovvero movimento. Dunque potremmo dire che Rasāyana è la terapia o l’insieme di terapie attraverso le quali si ottengono Rasa di ottima qualità cosi come viene definito anche dal medico Charaka. Sushruta invece sosteneva che Rasāyana è la terapia che incrementa la durata della vita, l’intelligenza e la resistenza liberandoci dai malanni.

Molti scrivono che i Rasāyana sono dei ringiovanenti, se cosi realmente fosse il mondo sarebbe popolato di eterni giovani, in realtà il punto di vista è più ad ampio spettro. Se pensiamo alla durata della vita, a come si sia allungata rispetto al passato, la nostra aspirazione non può che esser quella di vivere si più a lungo ma il più possibile lontani dalle malattie. In questo la branca del Rasāyana è specializzato nel mantenere i tessuti giovani ed in salute e di conseguenza noi stessi sani, con una prospettiva di vita più lunga e migliore, un esempio tangibile i segni del tempo sulla nostra pelle, contro le rughe, una formulazione che troviamo nei Rasāyana è una pasta a base di Buchnania latifolia e Glycyrhizza glabra, lavorate nel latte ed applicata sul viso ogni giorno.

Il Rasāyana secondo i testi ha le seguenti proprietà:

 

  • dona lunga vita (come sopra riportato, più correttamente riferito ad una qualità della vita);
  • ritarda l’invecchiamento;
  • incrementa l’intelligenza, la memoria e la lucentezza;
  • aumentala qualitànei tessuti del corpo;
  • migliora il sistema immunitario;
  • cura i disturbi;

 

Nella Charaka Samhita, Cikitsasthana, vi è una dettagliata esposizione della terapia Rasāyana un tempo utilizzata. Io ebbi la fortuna di ascoltarne la spiegazione in un incontro con il Dott. Iannaccone che curò la traduzione del testo. Ricco di doviziosi particolari sulla parte pratica, l’elenco delle piante, la preparazione e le modalità di assunzione. Molte di quelle pratiche oggi sono in disuso, in parte per l’impossibilità di attuare alcune procedure ed in parte per la non reperibilità di qualche pianta, ormai, forse, estinta.

Possiamo, però, distinguere le pratiche incluse nel Rasāyana in due gruppi: Kutipraveshia e Vatatapika.

La prima prevede la costruzione di un ospedale (o ricovero) temporaneo per il paziente, il quale vi trascorrerà tutto il tempo della terapia, indicata in circa quattro mesi, durante i quali assumerà preparati finalizzati alla purificazione, da erbe emetiche, disintossicanti, che inducono l’espulsione dei vermi dall’intestino, un trattamento intenso che mette a dura prova l’organismo che però viene completamente ripulito in ogni sua parte, fino al 40 giorno, quando potrà essere nuovamente esposto alla luce del sole.

La seconda viene invece praticata all’aperto con utilizzo di farmaci più leggeri.

Due dei prodotti di largo consumo oggi tra i più noti sono: il Rasāyana Prash, che tra gli altri ingredienti contiene   Shatavari (Asparagus racemosus), Ashwagandha (Withania somnifera), Arjuna (Terminalia arjuna), Pippali (Piper longum), Marich (Piper nigrum), Twak (Cinnamomum Zeylanica), Ela (Elettaria cardamom), Sunthi (Zinziber officinale), Yastimadhu (Glycerrhiza glabra). Questa preparazione promuove la digestione e, più propriamente aumenta il fuoco digestivo, agisce sul sistema cardiovascolare, respiratorio, su fegato e reni.

Poi c’è il Chyavanaprash, dall’origine più mitologica, il suo nome infatti deriva dal Rishi Chyavana, il quale in età molto avanzata decise di prendere in sposa una principessa ben più giovane di lui. Per questo fece preparare questo tonico che gli ridiede la giovinezza. Tra le varie formule che si possono trovare in rete, in genere fatta da un mix di circa 49 erbe.

Ma in generale, in funzione della propria Prakriti, le erbe specifiche sono la Sida cordifolia per Vata, Emblica officinalis e l’Asparagus recemosus per Pitta, l’Acorus calamus e Commiphora mukul per Kapha.

Una nota di fondo, poiché si parla di terapie rinvigorenti o ringiovanenti, si potrebbe, a torto, paragonare la branca della Rasāyana alla geriatria occidentale. Ma la geriatria e la gerontologia si occupano dell’individuo già in età anziana, cercando di rendere la vecchiaia più confortevole. I trattamenti o l’assunzione di erbe specifiche incluse nel Rasāyana, vengono prescritte già in età giovanile dandole un senso più ampio, misure preventive. Del resto se pensiamo alla oleazione quotidiana sia interna che esterna non è forse già parte della prevenzione oltre che cura?